Riaperto il Quattrocentesco chiostro di Santa Marta.

Ad una settimana dal ritrovamento del sarcofago con lo scheletro di Bartolomeo Colleoni, c’è un’altra ottima notizia per la nostra Città: è stata riaperta quella porta che, chiusa da cinque anni, impediva di poter vedere, e godere, dello stupendo chiostro dell’antico monastero femminile di Santa Marta, in pieno centro cittadino... La storia di questo chiostro, e del monastero che non c’è più, è molto profonda nel tempo. Gioiello di architettura claustrale faceva parte del monastero di Santa Marta, fondato nel XIV° secolo dall’Ordine Domenicano Femminile. Come monastero funzionò sino all’avvento, alla fine del Settecento, della Repubblica giacobina, che notoriamente non aveva particolari sensibilità, né attenzioni per i monasteri, per cui lo soppresse ( come fece per molti altri monasteri ). Successivamente, dopo i francesi arrivarono gli Austriaci, e Santa Marta venne tristemente adibirono a caserma. Nel 1866, con il Regno d’Italia, il monastero, o ciò che ancora rimaneva, diventò il quartiere di un battaglione di Fanteria e, successivamente, un deposito militare. Vita dura per il vecchio e notevole monastero! Nel 1919 l’intero isolato nel quale il monastero era parte, divenne proprietà del Comune e venne incluso nel nuovo piano edilizio del centro storico sino a quando, nel 1914, l’intero isolato divenne proprietà della Banca Mutua Popolare che lo inserì nel piano urbanistico di Marcello Piacentini, cioè nel nuovo centro della Città. Il monastero, o quello che ancora rimaneva, venne distrutto e si salvò solo il chiostro: la Banca, con particolare sensibilità, dopo averlo salvato da distruzione sicura, incaricò l’ingegnere Luigi Angelini di ristrutturare e di ricostruire il chiostro. Le traversie della vita del chiostro, però, non erano ancora finite: prima venne requisito dal Comando militare tedesco e poi da quello degli Alleati, per finire nelle mani dell’Esercito Italiano. E come credo tutti sappiano i comandi militari, forse non tutti per fortuna, non sono mai particolarmente sensibili a questi problemi, ma, a quanto pare, violenze ulteriori rispetto a quelle già subite nel corso del tempo, il chiostro non ne ha avute. Dopo la guerra sono ricominciati i lavori di salvaguardia e di restauro e per cinque anni la porticina lo ha chiuso alla vita di tutti: ora, però, finalmente i lavori sono terminati, la porticina è stata riaperta ed il chiostro, in tutta la sua bellezza, è tornato ad essere visibile da tutti.