In occasione dei trent'anni della morte di Antonio Cagnoni, la Città ha ricordato, oltre all'anniversario della morte, anche il centenario della nascita (8 febbraio 1828) del musicista e compositore che per otto anni fu apprezzato Direttore della Cappella Musicale della Basilica di Santa Maria Maggiore. Il Cagnoni, già molto noto e stimato negli ambienti musicali nazionali venne invitato a partecipare al Concorso per la Direzione della Cappella Musicale di Santa Maria Maggiore, che, non dimentichiamolo, era una realtà di rilevanza nazionale e che sino ad allora era stata diretta dal Maestro Amilcare Ponchielli. Vinto il concorso Cagnoni impresse da subito un indirizzo musicale nuovo all'attività della Cappella, ottenendo sin dall'inizio notevoli successi. Per otto anni fu il Direttore e l'anima della attività musicale della Cappella che, sempre più, divenne il cuore musicale della Città. Nell'arco degli otto anni però, Cagnoni, oltre al lavoro della direzione, si impegnò anche nella scrittura di musica sacra: scrisse due messe, musicò vari salmi, inni, antifone e mottetti che oggi sono gelosamente conservati negli archivi della MIA. Buoni successi di pubblico aveva già ottenuto anche con la scrittura di opere musicali: la sua Francesca da Rimini, rappresentata a Ferrara, ottenne "un successo colossale", come ci ricordano le cronache del tempo: 22 chiamate per il maestro e "tre pezzi dell'opera bissati". Il Maestro morì a Bergamo, che era diventata la sua città, il 30 aprile 1896 e la Città gli dedicò ben due lapidi: una posta in Santa Maria Maggiore, l'altra sulla facciata esterna di Palazzo Perini, prima Palazzo Brembati, in Via San Lorenzino, in Città Alta, dove il Maestro visse. La lapide è ancora ben visibile dalla Porta di San Giacomo. Cagnoni, oggi, riposa nel Famedio, il Tempio delle personalità che, con la loro vita e con le loro opere, hanno dato lustro alla Città.