Lo stato di guerra impone il controllo dei consumi e da questa mattina coloro che entrano in un negozio trovano esposto un cartello che deve essere letto con attenzione... Il cartello, di dimensioni non piccole, per cui non può sfuggire all’attenzione, riporta, in una serie di punti, quale debba essere il comportamento del commerciante e del consumatore. Vediamo alcuni di questi punti. a) “La nazione è in guerra: ogni sacrificio è minimo in confronto a quello di sangue che fanno i nostri eroici soldati ..”; b) “ il Commerciante non deve vendere ed il consumatore non deve acquistare più del necessario abituale fabbisogno”; c) “il commerciante deve rifiutarsi di vendere più merce a chi ha più danaro perché questo risulterebbe a danno dei meno abbienti che non possono fare le scorte”. A proposito di scorte , in particolare dei viveri, visto che è in corso il razionamento, il punto d) specifica che “chi costituisce scorte è un traditore perché danneggia la Nazione in armi ed il popolo ed è uno sciocco perché le scorte creano sprechi, maggiori consumi e deperimento di merci”. Le prescrizioni sono ancora parecchie continuano e, mano mano, si fanno sempre più rigorose. All’ultimo punto si legge che :” il regime conta oggi sulla fedele ed intelligente collaborazione del commerciante e sulla disciplina del consumatore”. I vistosi cartelli, a quanto pare, non hanno sollecitato particolari reazioni in quanto l’umore collettivo presente in Città è in sintonia con il contenuto e lo spirito di queste prescrizioni.