Il Vescovo, Vittore Soranzo, era divenuto vescovo effettivo nel mese di agosto del 1547 ed era entrato in Città solo dall’8 di novembre... Allievo ed amico del Bembo, Soranzo apparteneva alla schiera dei massimi pensatori del periodo, ma il suo pensiero era sospetto di eresia per la Chiesa ufficiale, tanto che nella sua vita subì due processi per questa accusa. La nostra Città e la sua provincia in quell’arco di tempo era una terra poverissima: pochi gli addetti al settore tessile, pochi alla coltivazione della vite, molti lavoravano nei campi con redditi bassissimi tanto che molto forte era l’emigrazione verso Venezia; per non parlare dei flagelli della pellagra, della peste e... delle tasse dell’amata Repubblica. In queste condizione la morale pubblica delle autorità e del clero erano decisamente pessime e Soranzo si mise all’opera per modificarle ed elevare i costumi. Ma evidentemente, questa sua opera si scontrò contro la triste realtà, da qui gli attacchi feroci che raggiunsero il loro massimo in data odierna: secondo lo storico Donato calvi, la Città si risvegliò tappezzata di cartelli diffamatori. Irritati, i Veneziani, stabilirono subito un Ducale con il quale si davano 3.000 lire a coloro che avessero accusato i responsabili con l’impunità per coloro che non fossero gli autori principali dei manifesti. Non solo: i responsabili verranno banditi dalla Repubblica ed a coloro che li consegneranno alla giustizia “vivi” verranno date 3.000 lire e 1.500 a coloro che li avranno uccisi.