Ore 7:30, il disastro del Gleno

Questa mattina è crollata la diga del Gleno, una diga “nuova”, da poco in funzione, dalla quale almeno 6 milioni di metri cubi d’acqua, fango e detriti sono fuoriusciti dal bacino e sono precipitati furiosamente verso il lago di Iseo, distante una quindicina di chilometri, raggiunto dopo 45 minuti, travolgendo e distruggendo tutti i paesi e le frazioni che si trovavano sul suo tragitto... La notizia è giunta in Città nella tarda mattinata e subito molte persone si sono radunate davanti al palazzo della Provincia, per avere informazioni precise: la gente poi è aumentata in modo impressionante con il passare del tempo. Molti erano colpiti e commossi da ciò che veniva comunicato, altri avevano amici o parenti tra gli abitanti di quella valle. Dolore, innanzi tutto, ma anche rabbia, molta rabbia: infatti già da tempo erano state fatte pubbliche denunce sulla insicurezza della diga sia per il materiale usato dai costruttori, sia per la loro imperizia. Inoltre erano continue le denunce per le perdite d’acqua, anche a diga “non piena "come era noto che molti valligiani dormivano fuori dalla propria abitazione per “paura della diga”. Le stesse autorità erano intervenute più volte nei confronti dei costruttori chiedendo continui aggiustamenti al progetto. Il disastro, anche in Città, ha creato uno stato d’animo cupo e tale permarrà per molti giorni testimoniato dalla costante presenza della folla fuori dal Palazzo di via Torquato Tasso in continua attesa anche per capire cosa si potesse fare per portare aiuto a quella gente. É comunque stata molto apprezzata l’immediata visita fatta dal Re sui luoghi del disastro.