Presentazione studio: "Bergamo urbs picta"

Premessa

Le schede riportate nella sezione "Bergamo urbs picta" sono tratte dal testo di Tosca Rossi - Guida turistica di Bergamo e Storica dell’Arte locale - dal titolo "Bergamo urbs picta, Le facciate dipinte di Bergamo dal XV al XVIII secolo", Ed.Ikonos, Treviolo (Bg), 2009. Il panorama offerto dallo studio è da ritenersi esaustivo, se si considera la ricognizione fatta sul campo, corredata dall’individuazione delle singole partiture dipinte grazie alla ricognizione di ogni singola facciata e alla consultazione delle fonti scritte e orali. Si presenta, invece, sicuramente lacunoso e assolutamente non omogeneo a causa delle perdite, dovute al logorio del tempo e all’aggressione degli agenti atmosferici. Il mutamento dei gusti estetici nella decorazione urbana durante i secoli ha poi portato a demolizioni o a rifacimenti più o meno opinabili, tra cui le “anonime” intonacature monocrome otto-novecentesche prive di corpo e significato intrinseco. A Bergamo poco rimane di tali repertori scenografici, ma quel poco è comunque tale da giustificare uno studio, oltre che un’accurata e perseverante manutenzione, amorevole e delicata, che garantisca un tratto della nostra memoria ai posteri: infatti, nelle conclusioni del testo, prossimo alla ristampa, si è ribadito di come lo scopo principale prefissato sia stato quello di offrire un modesto, ma indispensabile contributo alla salvaguardia della nostra eredità artistica, di cui la catalogazione ragionata è presupposto fondamentale; ci si auspica, quindi, che questo lavoro sia lo spunto per la ripresa degli studi in tale specifico ambito locale, volti anche a sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo al valore estetico, storico ed ambientale della decorazione murale esterna.

Presentazione dello studio e della sua pubblicazione

Il volume "Bergamo urbs picta, Le facciate dipinte di Bergamo dal XV al XVIII secolo" è diviso in due parti, è arricchito da due Appendici (Edifici con presunte tracce di decorazione o con decorazioni anteriori e posteriori la schedatura e Edifici esistenti o demoliti con affreschi a carattere sacro) e da un ricco repertorio fotografico, realizzato in armonia con i propositi inventariali della ricerca: le immagini sono in bianco e nero per quanto riguarda i singoli affacci, posti in corrispondenza delle relative schede di catalogo, mentre l’inserto a colori posto in fondo al testo persegue l’intento di far apprezzare i migliori brani nei particolari più accattivanti e raffinati.

La prima parte offre una panoramica sul fenomeno della facciata dipinta, analizzando la questione del decoro pubblico, individuandone la committenza e l’iconografica richiesta, per poi raffrontarlo con il contesto della città di Bergamo durante il dominio della Serenissima (1428-1797). Riguardo il caso di Bergamo, grazie alle fonti, vengono individuati gli artisti “decoratori esterni” - di cui si stila una breve biografia e si elencano i repertori e i cantieri cittadini sui quali sono intervenuti - fornendo il diretto rimando alle singole schede di catalogo nella seconda parte del testo. Lo stesso criterio è stato applicato per i tutti restauratori intervenuti sulle partiture dipinte della città a partire dalla seconda metà del XX secolo, dopo aver fornito una sintesi delle principali cause di alterazione dei dipinti murali, nell’ottica di sensibilizzare il pubblico dei lettori; infine si sono riportate tutte le fonti da cui si è attinto per attestare soggetti, scene, policromie o qualsiasi cosa utile per testimoniare la presenza di una anche minima decorazione esterna di epoca medioevale o moderna (diari di viaggio, guide turistiche, editoria degli ultimi due secoli, articoli di quotidiani o periodici, ecc.).

La seconda parte, invece, è interamente dedicata alle schede di catalogo. Il criterio utilizzato per la catalogazione è stato quello topografico: si è seguito un percorso ragionato e da chiunque ripercorribile (dai colli al piano), si sono raggruppati i vari edifici secondo le strade di affaccio dislocate in Bergamo alta e bassa e si è dotato ogni corpo d’indagine di un’apposita schedatura, tesa a delinearne la storia e ad esaminarne la campitura decorativa.

Metodologia di lettura delle schede nella pubblicazione e nel Geoportale

Il metodo adottato per la schedatura si articola in due parti: la prima intende definire l’edificio, entro un quadro cronologico che ne tracci la storia e le eventuali modifiche strutturali, per poi descriverne l’assetto esterno su cui sono state applicate le decorazioni, in alcuni casi a più riprese; la seconda, più squisitamente tecnica, analizza le porzioni affrescate, per quello che è ancora visibile o per quanto riportato dalle fonti. Segue un corredo di regesti documentari inerenti commesse, contratti e pagamenti agli artisti incaricati.
Si è provveduto a considerare tale patrimonio pittorico nella sola città, alta e bassa, dividendo le schede per aree urbane d’appartenenza - ovvero i colli, Bergamo città alta e i borghi di Bergamo città bassa - e attribuendo una diversa simbologia in mappa.

Ogni edificio, tramite la relativa schedatura, è stato corredato dalle seguenti voci:

  • Tipologia edificio, ubicazione attuale con o senza numero civico
  • Descrizione, vicende costruttive con eventuali interventi documentati sui prospetti esterni
  • Vincoli (se presenti)
  • Proprietà conosciute
  • Rilievo iconografico, rispondenza tra partiti decorativi e struttura architettonica
  • Datazione e autore della decorazione
  • Condizione di visibilità, stato di conservazione, restauri documentati
  • Fonti storiche e bibliografia

La tipologia definisce se si tratta di un edificio sacro, di un edificio adibito ad attività commerciale o con funzioni abitative o se ad entrambe, mentre l’ubicazione è quella topografica dello stradario attuale: s’intende così agevolarne l’immediato riconoscimento durante un eventuale percorso.
La minuziosa descrizione dell’apparato esterno, parte dall’identificazione della pianta e dal conteggio dei piani (dal piano terra e numerando poi i successivi), per poi dedicarsi esclusivamente ai soli affacci esterni con resti di affreschi. L’intento è quello di ricostruire la storia dell’edificio, in molti casi risultato d’innalzamenti quattrocenteschi o cinquecenteschi (dovuti principalmente alla costruzione delle mura veneziane) e di aggiunte e modifiche apportate dai proprietari succedutisi nei secoli. Questo, oltre a rendere più leggibili le varie porzioni decorate della facciata, partendo dal basamento e arrivando fino ai solai, è indispensabile per una corretta analisi iconografica. Dove vengono riportate indicazioni di restauri effettuati ci si riferisce esclusivamente agli interventi all’affaccio su strada e non alla struttura dell’edificio, ulteriormente specificati nell’apposita sezione inerente la visibilità e lo stato di conservazione attuali. Lo stesso criterio viene adoperato per la datazione dell’edificio, indicata come sicura o presunta, che generalmente non coincide con quella della decorazione pittorica.
I vincoli, se presenti, sono quelli dettati dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e possono riguardare l’intero edificio o solo porzioni di esso.
L’elenco delle proprietà conosciute, inserite entro estremi cronologici, se rilevati, sostiene la voce precedentemente descritta e permette di collegare i proprietari a vecchi casati nobiliari, a nomi legati alla mercatura o alla vita pubblica cittadina; in questo modo possiamo individuare nel contesto bergamasco chi potesse essere interessato a tali opere ornamentali, nonché i molteplici rapporti sociali, storici, artistici e religiosi nei secoli presi in esame.
Il rilievo iconografico è la parte più strettamente tecnica dell’elaborato, volta a testimoniare il repertorio pittorico ancora presente sulla facciata, spesso risultato di più campagne decorative. Fondamentale è poi il riconoscimento delle figure, degli animali, dei simboli, degli emblemi e degli stemmi araldici, questi ultimi indispensabili spesso per risalire al committente e per definire l’intento decorativo. Tutto ciò permette di analizzare le varie tipologie ornamentali e di declinare un possibile repertorio disponibile all’epoca o espressamente richiesto dalla committenza. Citiamo ad esempio la sottolineatura degli elementi architettonici dell’edificio con bugnato angolare, marcapiani, colonne, stipiti e fasce sottogronda (dove l’aggettivazione “finto/a” è omessa trattandosi chiaramente di architettura illusoria) oppure decorazioni puramente geometriche o ancora cicli di stampo mitologico o comunque profano; più spesso le raffigurazioni di ambito votivo e religioso caratterizzano, come vedremo, i crocicchi cittadini dei borghi di Bergamo bassa. Gli strumenti utilizzati per il rilievo sono stati vari, tra cui il principale la ricognizione diretta sul territorio, scandagliato in ogni singola via o piazza. Purtroppo la configurazione urbanistica del centro storico non agevola una completa lettura delle superfici dipinte, che quindi potrebbe risultare a volte imprecisa nei dettagli. Fondamentale dunque il ricorso alle fonti scritte e alla documentazione iconografico-storica, divisa tra archivi pubblici, archivi privati e biblioteche. Eccezionalmente per alcuni alzati si è attinto a quanto già rilevato in passato (si tratta in genere di decorazioni di pregio) come ad esempio nel caso dell’edificio in via Gombito al Civico 26b (scheda nr. 26). Ancora il ricorso alle fonti storiche è risultato indispensabile per affreschi irrimediabilmente perduti, come ad esempio per il Palazzo della Ragione e la Loggia Nuova in Piazza Vecchia (scheda nr. 33), o per quelli strappati e allestiti in interni come è il caso della Casa Angelini ai Civici 16/18/20 (scheda nr. 14) e dell’ex Palazzo del Podestà in Piazza Vecchia ai Civici 6/13 (scheda nr. 34). Le misure delle partiture decorate sono state omesse in quanto, nella maggior parte dei casi, non rilevabili o ipotizzabili.
La datazione è molte volte deducibile dai motivi e dai generi: in alcuni casi il riferimento a qualche particolare fatto storico può facilitare l’inserimento entro un arco cronologico circoscritto, così come l’anno di santificazione di un santo, nel caso venga dipinto in facciata e dotato di nimbo, fissa una data post-quem. Naturalmente anche i rilievi e le relazioni dei restauratori possono essere d’aiuto in tal senso. L’autore nella maggior parte dei casi è ignoto, soprattutto se locale o di scuola locale, tra i quali troviamo frescanti formatisi quasi sicuramente nell’ambito di Donato Bramante; sono rari i casi in cui si apprendono i dati anagrafici degli autori dai regesti documentari, in ogni modo importanti per definire gli anni in cui l’opera è stata ultimata. Nel caso di committenti municipali o privati si possono rinvenire gli atti delle commissioni istituite, per valutare l’opera o gli ordini di pagamento a favore dell’autore. In alcuni casi si è tentato di attribuirne la paternità, in base alle fonti ed ai confronti tra una partitura decorata e l’altra, ma purtroppo pochi dei raffronti ipotizzati paiono attendibili.
Per condizione di visibilità si intende quanto e come gli affreschi sono ancora leggibili o perlomeno riconoscibili: nella maggior parte dei casi la conservazione dipende dalla loro posizione e ancor più dalla sensibilità dei proprietari. Certamente dobbiamo rendere merito alla municipalità, che tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso ha sovvenzionato parte delle campagne di restauro o concesso mutui finanziari ai proprietari, nonostante non tutti all’epoca abbiano aderito all’iniziativa. Per ricostruire gli interventi conservativi succedutisi si sono prese in considerazione le pubblicazioni più recenti, gli articoli di giornale e i fondi archivistici dei restauratori attivi all’epoca dei lavori (grazie anche all’Associazione Secco Suardo di Lurano (Bg)): in molti casi è da questi archivi che si è attinto per la datazione delle opere, spesso inserita nelle relazioni tecniche stilate a lavoro iniziato od ultimato. In altri, invece, si è proceduto ad intervistare i restauratori in quiescenza o tuttora attivi.
Le fonti consultate - saggi, testi, recensioni, cronache, articoli di giornale - citate in sequenza cronologica, costituiscono in genere una preziosa rassegna storica della decorazione , cui si aggiungono la ricognizione e la relativa pubblicazione di Tosca Rossi (2009): le due operazioni sono la naturale prosecuzione delle testimonianze letterarie passate e risultano quindi investite del pesante ruolo di ulteriore fonte, in grado di tramandare lo stadio di visibilità e di conservazione degli affreschi all’anno 2009.

Bibliografia di riferimento

Opere a stampa

  • A.A.V.V., Facciate dipinte - conservazione e restauro, Atti del Convegno di Studi, Genova 15-17 aprile 1982, a cura di Giovanna Rotondi Terminiello e Farida Simonetti, Editrice Sagep, Genova, 1984 (contributi: Macioce S., Sulle facciate dipinte nell’Italia Settentrionale, pp. 43/47; Massa S. e Paribeni M., La disomogeneità del substrato come causa di alterazione dei dipinti murali esposti all’aperto, pp. 113/114; Guidobaldi F. e Mecchi A., Alterazione degli affreschi esposti alla pioggia dilavante: valutazioni in base a simulazioni di laboratorio, pp. 115/117; Ferrari R., Guidobaldi F. e Monte Sila M., Alterazione dei dipinti murali esposti all’aperto: fattori microbiologici, pp. 119/121; Mora P., Deterioramento degli intonaci e possibilità di intervento, pp. 153/154; Alpa G., La tutela delle facciate dipinte nella disciplina dei beni culturali ed ambientali, del restauro e del recupero edilizio, pp. 155/166)
  • A.A.V.V., Gli affreschi a Palazzo della Ragione, Accademia Carrara, v. 5, Bergamo, 1995
  • A.A.V.V., Guida di Bergamo, Fratelli Bolis Editori, Bergamo, 1870
  • A.A.V.V., Guida di Bergamo, 1824, del Conte Girolamo Marenzi, Bergamo, 1824 (ristampa Italia Nostra, Pierluigi Lubrina Editore, Bergamo, 1985)
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi, Le origini, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1992
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi, Il Quattrocento I, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1986
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi, Il Quattrocento II, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1994
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi, Il Cinquecento I, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1975
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi, Il Cinquecento II, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1976
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi, Il Cinquecento IV, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1978
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi, Il Seicento, II, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1985
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi, Il Seicento, III, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1985
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi, Il Settecento III, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1990
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi, Il Settecento V, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1996
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi dell’Ottocento, Dal Romanticismo al Verismo, vol. II, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo-Credito Varesino, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1992
  • A.A.V.V., I pittori bergamaschi dell’Ottocento, La generazione del Novecento, vol. IV, Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo-Credito Varesino, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1992
  • Angelini L., Arte minore bergamasca, III edizione ampliata, Istituto Italiano d’Arti Grafiche, Bergamo, 1974
  • Angelini L., Cose belle di casa nostra, testimonianze d’arte e di storia in Bergamo, Collana di studi bergamaschi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Bergamo, 1955
  • Angelini L., Il volto di Bergamo nei secoli, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1951
  • Bartoli F., Le pitture, sculture ed architetture delle chiese e d’altri luoghi pubblici di Bergamo, Bressan, Vicenza, 1774
  • Brown R., a cura di, Itinerario di Marin Sanuto per la Terraferma veneziana nell’anno MCCCCLXXXIII, Tipografi a del Seminario, Padova, 1847 (stampa dell’originale del 1485).
  • Carria F., La conservazione delle facciate, materiali e tecniche per il recupero, Tecniche nuove, Milano, 2004
  • De’ Gherardi Camozzi Vertova C., Stemmi delle famiglie bergamasche, Editrice SESAAB, Bergamo, 1994 (riproduzione antistatica dell’originale del 1888 Stemmi delle famiglie bergamasche e oriunde della provincia di Bergamo o ad essa per diverse ragioni attenenti raccolti e colorati da Cesare De’ Gherardi Camozzi Vertova)
  • Fornoni E., Le vicinie cittadine, Tipografia Sant’Alessandro, Bergamo, 1905
  • Gasparoli P., La conservazione dei dipinti murali: affreschi, dipinti a secco, graffiti, Alinea Editrice, Firenze, 1999
  • Labaa G. M., Repertorio degli affreschi di facciata dalla Cittadella a San Michele al Pozzo Bianco, in Provincia di Bergamo, Bergamo: itinerari didattici in città e in provincia, C.I.D.I., Bergamo, 1986
  • Locatelli A., Guida artistico-monumentale di Bergamo e sua provincia con storia patria, a spese dell’autore, Bergamo, 1854
  • Lonati A., (a cura di), Restauratori e restauri in archivio (contributi: Maffeis G., Andrea Mandelli 1921-), Collana Quaderni dell’Archivio Storico Nazionale e Banca Dati dei Restauratori Italiani, vol. 3, Associazione Secco Suardo e Il Prato, Lurano (BG)-Saonara (PD), 2006
  • Mazzoleni A., Guida di Bergamo, Stabilimento fratelli Bolis, Bergamo, 1909
  • Nimmo M. (a cura di), Pittura murale: proposta per un glossario, Regione Lombardia e Associazione Secco Suardo, Milano-Lurano (BG), 2001
  • Pasta A., Le pitture notabili che sono esposte alla vista del pubblico, Locatelli, Bergamo, 1775
  • Tassi F.M., Vite de’ pittori, scultori e architetti bergamaschi, Locatelli, Bergamo, 1793
  • Zanella V., Bergamo città, Azienda autonoma di turismo, Bergamo, 1977

Opere multimediali

Comune di Bergamo, Inventario dei Beni Culturali Ambientali del Comune di Bergamo, Monumenti e Siti, Schede distinte per vie e civici:

  • Borgo Canale: nr. 0310243 Civico 72; nr. 0310256; nr. 0310134 Civico 42; nr. 0310124 Civico 23; nr. 0310109 Civico 7;
  • Borgo Palazzo: nr. 0151332 Civico 4/a;
  • Borgo Santa Caterina: nr. 0150228 Civici 1b/c/d; nr. 0150208 chiesa parrocchiale; nr. 0150209 Civico 12; nr. 0150235 Civico 15; nr. 0150167 Civico 47b; nr. 0150130 Civico 68b;
  • Colle Aperto: nr. 0200212 Civico 8/a;
  • Largo San Michele al Pozzo Bianco: nr. 0205305 Civico 12;
  • Piazza Cittadella: nr. 0200601;
  • Piazza Lorenzo Mascheroni: nr. 0200609; nr. 0200607 Civici 5/a; nr. 0200504 Civici 3/a;
  • Piazza Mercato del Fieno: nr. 0203607 Civico 2; nr. 0203603 Civico nr. 5;
  • Piazza Mercato delle Scarpe: nr. 0204314; nr. 0204315 Civico 1;
  • Piazza Reginaldo Giuliani: nr. 0202708 Civici 1/a/b;
  • Piazza Vecchia: nr. 0202512 Civico 1; nr. 0202306 Palazzo della Ragione; nr. 0201803  
  • Civici 6/13 e nr 0201804 Civici 8/a Palazzo del Podestà;
  • Piazzetta Guido Zavadini: nr 0201715 Civico 1;
  • Via Arena: nr. 0201502; nr. 0201601 Civici 16/18/20; nr. 0201606 Civici 6/8; nr. 0201607
  • Civico 4; nr. 0201608 Civico 2;
  • Via Bartolomeo Colleoni: nr. 0201908 Civico 3; nr. 0201213 Civico 11; nr. 0201111 Civico 13/a; nr. 0201705 Civico 16/a;
  • Via Boccola: nr. 0200602 Civico 8;
  • Via del Vagine: nr. 0201102 Civico 8;
  • Viale delle Mura: nr. 0204411 Civico 12;
  • Via Fara: nr. 0203802; Via Fontana: nr. 0330144;
  • Via Gaetano Donizetti: nr. 0203004 Civico 7; nr. 0203103 Civici 13/15; nr. 0203104 Civici 17/19; nr. 0203105 Civico 21;
  • Via Giovan Battista Moroni: nr. 0110604;
  • Via Giovanni Simone Mayr: nr. 0201611 Civico 6;
  • Via Gombito: nr. 0202422 Civico 2b; nr. 0202503 e 0202503 bis Civici 1d/3/5; nr. 0203508-0203509-0203510-0203511 Civico 12f; nr. 0203404 Civico 13a/b/c; nr. 0204010 Civico 26b;
  • Via Lavanderio: nr. 0321124 Civico 11;
  • Via Mario Lupo: nr. 0202508 Civico 1;
  • Via Porta Dipinta: nr. 0205308 Chiesa di San Michele al pozzo bianco; nr. 0203316 Civico 1; nr. 0204511; nr. 0204502 Civico 10; nr. 0204623 Civico 18; nr. 0204617 Civici 22a/24; nr. 0204613 Civico 26; nr. 0204610 Civico 30b; nr. 0204607 Civici 32/a/b;
  • Via Rivola: nr. 0201905 Civico 2; nr. 0201904 Civico 21/a/b;
  • Via Rocca: nr. 0204312 Civico 5; Via Salvecchio: nr. 0201310 Civico 3;
  • Via San Giacomo: nr. 0203213 e 0203214 Civico 14;
  • Via San Lorenzo: nr. 0202013; nr 0202008 Civico nr. 32;
  • Via San Salvatore: nr. 0200503 Civico 14;
  • Via San Sebastiano: nr. 0151332 chiesa;
  • Via San Tomaso: nr. 0150524 Civico 34b; nr. 0150521 Civico 40; nr. 0150517 Civico 48; nr. 0150415 Civici 52a/53a;
  • Via Sant’Alessandro: nr. 0110128 Chiesa Madonna del Giglio; nr. 0110166 Civico 78; nr. 0110173 Civici 62/66; 0110364 Civico 50;
  • Via Sudorno: nr. 0310304 Civico 1b;
  • Via Tassis: nr. 0201207 Civico 2;
  • Vicolo San Lorenzo: nr. 0202108 Civico 39.

 Referenze iconografiche

Tutte le fotografie della pubblicazione sono di Tosca Rossi e Dimitri Salvi tranne:

  • P. 7 (foto facciata con stemma) - La Torre di Antonio Moretti, Torre Boldone
  • P. 228 (23-24-27) - Patrizia Fratta, Bergamo
  • P. 244 (105); p.252 (130) - Andrea Mandelli, Bergamo
  • P. 238 (71-72) - L'Eco di Bergamo per gentile concessione del signor Ezio Pellegrini
  • P. 230 (36, Fondo Mario Pellicioli, fald. 29, fasc. 5.1) - (39, Fondo Mario Pellicioli, fald. 29, fasc. 5.10); p. 231 (40, Fondo Mario Pellicioli, fald. 29, fasc. 5.6) - (41, Fondo Mario Pellicioli, fald. 29, fasc. 5.14) - (43, Fondo Mario Pellicioli, fald. 29, fasc. 5.13); p. 232 (46, Fondo Mario Pellicioli, fald. 15, fasc. 10.1) - (47, Fondo Mario Pellicioli, fald. 15, fasc. 10.1) - (48, Fondo Mario Pellicioli, fald. 15, fasc. 10.1) - (49, Fondo Mario Pellicioli,fald. 15, fasc. 10.1) - Associazione Giovanni Secco Suardo per gentile concessione del Conte Lanfranco Secco Suardo
  • P. 226 (13, Fondo Gaffuri, album nr. 1, foto nr. 3); - p. 235 (61, Muzio, V., Vecchie case con facciate dipinte a Bergamo, in Arte italiana decorativa e industriale, anno IX, numero 9, settembre 1900, Milano, p. 71.); - p. 246 (111, Raccolta disegni, A 30); p. 247 (114, Fondo Gaffuri, album nr. 1, foto nr. 74); p. 249 (123, Fondo Gaffuri, album nr. 3, foto nr. 181) - (124, Fondo Gaffuri, album nr. 3, foto nr. 182) - (125, Angelini, L., Il volto di Bergamo nei secoli, Bergamo, p. 79); p. 255 (139, Fondo Gaffuri, album nr. 3, nr. 226) - (140, Fondo Gaffuri, album nr. 4, nr. 67) - Biblioteca Civica Angelo Mai per gentile autorizzazione del Direttore dr. Giulio Orazio Bravi
  • P. 226 (14, Serie l’Ottocento, dal Romanticismo al Verismo, v. II, capitolo Luigi Bettinelli); - p. 241 (89, Serie l’Ottocento, dal Romanticismo al Verismo, v. II, capitolo Luigi Bettinelli) - (90, Serie il Quattrocento II, capitolo Bramante a Bergamo) - Collana I Pittori Bergamaschi Banca Popolare di Bergamo per gentile autorizzazione del rag. Alfredo Gambardella