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In declino il consumo del pane.

In una conferenza l’Associazione Panettieri cittadini ha presentato lo stato del consumo del pane nella nostra Città... fino a mezzo secoli fa il consumo del pane faceva da padrone sulle tavole dei bergamaschi, ma oggi, lamentano i panettieri, il consumo è in progressivo calo, mentre sono in aumento i consumi di biscotti, grissini, croste... alimenti più alla moda e che sanno meno di povertà. Nel corso della riunione sono stati evidenziati dati storici molto interessanti che ci fanno capire come con il cambiamento della cultura sociale, cambi anche il cibo, in particolare l’uso del pane. Nel 1870, ogni abitante della Città, consumava in media 662 grammi di pane ogni giorno, cioè circa 242 chilogrammi ogni anno; nel 1910 il consumo pro-capite giornaliero era sceso a 397 grammi, cioè 145 chilogrammi ogni anno. Il processo di9 diminuzione del consumo è continuato sino al periodo della guerra quando il consumo di pane era regolato, a livello minimo, dalle tessere annonarie. Nell’immediato dopoguerra, però vi è stata una ripresa dei consumi: il ritorno del “ pane bianco” e del libero commercio dopo i tesseramenti il consumo è risalito ben oltre i 150 grammi pro-capite fissati dalle tessere annonarie ed ha raggiunto il livello dei 300 grammi a testa: ma è stata una “riscossa temporanea” perché, ad oggi, i consumi continuano a diminuire. Si vanno dunque diffondendo e consolidando nuovi modi di nutrirsi e pare che il pane sia messo un po’ in disparte.