Ogni giorno si aggravano le condizioni strutturali delle "Muraglie", come allora erano chiamati i tratti di mura che cingevano i borghi cittadini... La costruzione di questa cinta muraria, realizzata a partire dal XII-XIII° secolo cingeva, in buona parte i borghi della città che si erano sviluppati nella parte bassa, fuori dall’ambito della città storica che si era sviluppata sulla collina. Se i poteri politici ed amministrativi avevano sede in città alta, ai suoi piedi, in basso, si erano sviluppati i borghi che erano diventati sempre più loro attivi centri commerciali ed artigianali e proprio a difesa di questi borghi nei secoli erano state costruite le "Muraine". Con il passare del tempo, però, forse per incuria, forse per vecchiaia, la condizione delle mura/ine era andata progressivamente in rovina, tanto che, scrive lo storico Donato Calvi, le persone che entravano ed uscivano dalla città lo facevano "senza passare dalle porte". La situazione della cinta muraria doveva proprio essere disastrosa se i nuovi amministratori della Città (ricordiamo che nel 1428 Bergamo si era "data volontariamente a Venezia" ed era così entrata a far parte dei possedimenti di terraferma della Serenissima Repubblica) hanno deciso di restaurala. Per questa operazione, però, servivano molti più soldi di quanti la Città, presumibilmente, potesse, allora, disporre per cui il Governo ha consentito che venissero vendute un certo numero di case il cui ricavato della vendita fosse utilizzato per il le spese di recupero delle mura. Secondo Donato Calvi l’operazione immobiliare andò a buon fine e le Muraine vennero, successivamente, restaurate: probabilmente questa operazione fu il primo significativo intervento urbano realizzato a Bergamo dopo l’arrivo di Venezia.